21/02/10

Qualcuno ha sentito delle canzoni

Nel ultimi giorni c'era qualcuno che sentiva canzoni, o almeno così sembra; magari in ogni casa c'erano i figli a zonzo o a giocare alla playstation, lui a farsi i fatti suoi in un'altra stanza e lei addormentata davanti al festival di Sanremo; meglio comunque dei mantra subliminali di Striscia la Notizia o di qualunque "programma di approfondimento" di Mediaset. Oppure è tutto vero, un paese frammentato ha bisogno di un rito collettivo, uno a caso, in attesa dei mondiali di calcio?
Ho sentito i soliti frullati di parole di vago senso poetico estratte a caso da un dizionario, tascabile per carità (come da un caleidoscopio di orwelliana memoria?) convergenti sistematicamente sulla universale catarsi del binomio cuore-amore, ingabbiate nello schema verso-ritornello-verso-ritonello-finale; tanto vale non fare neanche finta di avere qualcosa da esprimere, mischiare ben bene, in modo che ciascuno ci possa leggere qualunque sfaccettatura del sentimento amoroso che inizi con la lettera L. Ho visto anche un centinaio musicisti professionisti cercare di esprimere una qualche forma di dissenso, ma tanto il popolo è sovrano no? spero almeno che li paghino bene, almeno lì; non vedo per quale altro motivo chi ha studiato musica 15-20 anni dovrebbe sottoporsi ad una simile mortificazione.
Non lamentiamoci che ha vinto la De Filippi, e il suo gruppo di potere, se volevano potevano affittare una intera flotta di satelliti delle telecomunicazioni e mandare messaggi in loop, quando il povero tapino intrippato di partecipazione paga democraticamente 75 cent. Probabilmente non ne hanno avuto bisogno. Conta qualcosa? Conta solo quali cd comprerete domani. E vincono quando ogni giorno fanno 4-6-10 milioni di spettatori; ma non avete altro nella vita che sognare una fama passeggera? questo era banale, meno lo è il fatto che è una cosa facilmente controllabile, no, di più, si controlla da sola.
Ma ho visto qualcosa che se possibile mi inquieta ancora di più: un vecchio cantante che ha utilizzato le nuove forme della tv per ritornare popolare dopo aver avuto problemi con il gioco d'azzardo, che dichiara in modo assolutamente democratico la sua fede monarchica (ma in monarchia potrei dichiarare liberamente la mia fede democratica?), che (si) intrattiene alle feste di Alleanza Nazionale. L'ho visto su quel palco accanto ad un poveretto incolpevole che fino a pochi anni fa era in esilio. Cioè, capite, "esilio", questa parola dal sapore arcaico. C'era anche un altro tizio, e te lo dicono anche nel nome ufficiale del trio (improvvisato?), scusate, non è famoso e non sapete chi è, ma è un tenore, tra di noi è quello che sa cantare. Cantare che cosa? una canzone patriottica? Ho sentito parole fortemente evocative, lavoro, famiglia, cultura, religione, giustizia, rispetto, onestà, ideale, sofferenza, mischiate alla rinfusa, cercando di accontentare un po' tutti. Ho sentito quel grido, "di fronte a Dio"; avrà pensato chiamarlo in causa male non fa, poiché in media genera più apprezzamento che disgusto; a me suona tanto incoronazione del re da parte del papa. Poi questa immagine, struggente, del bambino che sogna di riabbracciare il suo amato paese, cosa vuol dire? che vuoi farti due passi sul lago di Como e sulla costiera amalfitana? benissimo. Oppure vuoi avere qualche proprietà che pensi ti appartenga? o magari contemplare il tuo regno dall'alto di un pulpito? Magari sono ingiusto, non ha nessun significato politico, era solo un grido di amore. Però cosa volevi dire, quando hai declamato, più che cantato, che oggi l'Italia si specchia più serenamente nella sua storia?

Pupo, Emanuele Filiberto e il tenore Luca Canonici
Credits: la Repubblica