03/08/10

Stato di propaganda

Nell'era di wikileaks il punto non è tanto la censura nel senso di impedire che una cosa si venga a sapere. E' vero, i telegiornali, soprattutto quando in blocco coerentemente allineati, possono ottenere una soglia critica di attenzione su un qualche evento o situazione tacendone altri, possono strutturare la percezione del valore di verità di alcune affermazioni per la forza di una abitudinaria ridondanza, possono generare tensione su alcune questioni, inibendo la capacità di affrontarle con serietà e profondità, e parallelamente somministrare morfina su altre, consistentemente con dettate linee ideologiche. Però una serie di fugaci contributi video ("pezzi giornalistici" mi sembra francamente spesso inappropriato) non sono sufficienti a conseguire l'effetto duraturo di indurre un atteggiamento culturale, da cui dipendono poi scelte economiche e indirizzamenti politici; cioè definire il dizionario disponibile per il dibattito pubblico, i criteri con cui giudicare il nostro benessere, successo, appagamento personale, i parametri etici con cui giudicare i comportamenti nostri e altrui. {Per la verità una rapida occhiata al palinsesto televisivo permetterebbe di trovare senza troppo sforzo un insieme cospicuo di strumenti in grado di assolvere a questo compito (magari una loro analisi sistematica un'altra volta) } Però una propaganda efficace deve essere pervasiva come i film Disney, inevitabile come le lattine di Coca Cola, deve presentarsi con costanza davanti ai tuoi occhi (in un scenario cyberpunk anche a recettori di altri sensi) a qualunque livello, meglio se subdolamente mimetizzata e non riconoscibile. Non sto dicendo che ne stiamo subendo una monodirezionale (lo "stato" del titolo potrebbe essere felicemente ambivalente, ma lì è solo sinonimo di "condizione", non di "sovrastruttura istituzionale"); esistono soggetti con interessi e poteri diversi, ma per non abdicare un pezzetto alla volta al libero arbitrio è necessario riconoscerne almeno sommariamente mezzi identità e fini.
Questo sbrodolamento era per giustificare il valore forse spropositato che attribuisco alla narrazione che segue.
Ieri sento mia madre leggere:"Ho 45 anni, ho avuto successo nella vita e nel lavoro, ho soldi, ho avuto belle case e belle donne. Però ho voglia di abbandonare tutto. Che devo fare? Risposta della redazione: Abbandona tutto tranne soldi, donne e case, aiutano la meditazione". Nella mia camera dall'altra parte dell'appartamento, penso prontamente: "da dove l'ha presa questa puttanata?". Era accidentalmente arrivata a casa con "Chi", esatto, la rivista di pettegolezzi. In vena di stronzate, le dico: "Quella rivista vivrà del fatto che le parrucchiere pensano che non possa mancare nel loro negozio". Sarebbe finita lì se non fosse che scopro che, accuratamente celato al suo interno, c'era allegato "Panorama"; ho pensato ad alta voce "è iniziata la campagna elettorale !?", e mio padre "ma non un giornale è di sinistra?", "20 anni fa, ti confondi con l'Espresso forse, dammi un minuto e te lo dimostro". [Per chi non lo sapesse: è il settimanale più venduto in Italia con 400.000 copie (non credo ci siano così tante parrucchiere...), edito da Mondadori, di cui non faccio lo sforzo di ricordarvi il proprietario. Negli anni 60-70 un prestigioso giornale d'inchiesta, negli anni novanta è stato teatro di scontro sulla linea editoriale tra la vecchia redazione e la nuova proprietà....]
Così ho preso a sfogliarlo, cosa che non mi sarei mai degnato di fare altrimenti...
Pagina 17: Giuliano Ferrara, dall'alto della sua presunta intelligenza, rassicura sulla libertà di pensiero nel pdl, e sulla fedeltà di Tremonti
Pagina 22: enorme caricatura di Vendola, vestito da Superman, battezzato il "vendicatore/ predicatore rosso", e una raccolta ad arte di sue citazioni, decontestualizzate, in modo da suonare grottesche, con effetto denigratorio. Tra le altre "i suoi miti sono giovani che assaltano carabinieri come Carlo Giuliani, Gino Strada e Emergency, don Ciotti e Libera, Carlo Petrini e SlowFood". Scusate la digressione, per il primo posso eccepire sull'appellativo "eroe", ma è un ragazzo morto nella concitazione seguita all'aggressione da parte di gruppi di polizia esaltati e con addestramento paramilitare ad un cordone di una manifestazione fino a quel momento pacifica al G8 di Genova 2001. E per gli altri tre, francamente non vedo cosa ci sia di palesemente malvagio, forse solo il fatto che sono anomalie inspiegabili nel modello liberista?
Pagina 37: Oscar Giannino, avete presente quello pelato con barba e baffi che si fa vedere con scarpe improbabili e bastone da passeggio, spara a zero sui sindacati e difende la strategia della Fiat
Pagina 38: "questo è il deputato pd grande amico di bossi", per la serie ve lo segnaliamo è dell'altra parte ma è uno ragionevole, accanto una biografia con foto, astratta e gelida
Pagina 42 e 44: interviste a Diego Cammarata sindaco di Palermo, e a Maurizio Gasparri, persone affabili con cui entrare in familiarità, con cui dialogare amabilmente di argomenti di interesse generale, anche ma solo incidentalmente di attualità politica, riportati in atteggiamenti comuni e rassicuranti, in bicicletta, a mollo nel mare del rifugio vacanziero dove stare lontano da brutti ceffi come Di Pietro
Pagina 71: Bruno Vespa prende le difese della legge sulle intercettazioni
Ci sarebbe ancora qualcos'altro (su stragi di mafia, P3, consiglio superiore della magistratura) la cui lettura interpretativa è un po' più impegnativa e me ne asterrò per pigrizia.
Ovviamente deve sembrare un periodico che tratti svariati argomenti di interesse generale.
Pagina 49-50-51: biografie benevole di qualche amico: la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia; l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo; il direttore del "Dipartimento per le informazioni e la sicurezza", una specie di intelligence che dipende direttamente dalla presidenza del consiglio dei ministri, già capo della polizia Gianni De Gennaro, si quello condannato ad 1 anno e 4 mesi di carcere in appello per istigazione alla falsa testimonianza in relazione ai pestaggi della caserma Diaz (sempre G8 di Genova 2001); Antonio Ricci, "il più temuto, influente, importante uomo della tv italiana" elogiato per la sua capacità di "muovere le fila di discorsi anche delicati, evitando accortamente di impigliarsi nei fili appicicosi della politica", come se "Striscia la notizia", al di là delle asimmetrie di trattamento, non incoraggiasse nell'elettorato un atteggiamento nei confronti della politica funzionale ad una delle parti (uno di quegli "strumenti"...)
Pagina 28, Pagina 32, Pagina 40: articoli rispettivamente su Mark Zuckerberg il miliardario creatore di facebook, John Elkann, e un altro tale miliardario che si è fatto da solo Tom Barrack. Per la serie, esempi positivi di cultura imprenditoriale, l'unico tipo di cultura con vero diritto di cittadinanza evidentemente.
Per completezza, in mezzo c'è un'inchiesta sui preti gay, vago eco dei tempi che furono, perché qualcosa in copertina ci deve pure essere, e nella coda articoli innocui (procuratori di calciatori, Oasis, turismo, cronaca nera) che neanche si sono dati la pena di inframmezzare agli altri.
Abbastanza da far venire la bava alla bocca ad accaniti sostenitori e i nervi fior di pelle ad accaniti oppositori.... Non che una lettura attenta non possa fornire stimoli. Però una lettura distratta e spensierata, senza la consapevolezza dell'organicità di chi te la propone, può indirizzarti e accompagnarti calorosamente verso una certa propensione senza che tu ne sia sfiorato dal dubbio.