28/05/15

Capire le elezioni locali spagnole

Il 24 di Maggio hanno avuto luogo in Spagna le elezioni regionali in 13 "Comunidades Autónomas" (tutte tranne: País Vasco, Galicia, Andalucía, Catalunya), e anche municipali in tutti comuni del paese. Le elezioni regionali hanno visto l'irruzione forte della nuova formazione Podemos (sinistra) e in misura minore anche di Ciudadanos (destra laica liberale).

Queste elezioni sono rilevanti non solo per la Spagna ma per l'intera Europa, sia per la dimensione del paese, sia per gli elementi innovativi che sono emersi dai risultati, che riaffermano la Spagna come un cantiere sociale di sperimentazione politica. Quindi, la comprensibilità del fenomeno é una questione importante in tutta l'Europa. Ma in paesi come l'Italia o la Germania la narrazione mediatica risulta insoddisfacente, in contraposizione ad altri che hanno mostrato più attenzione e cultura giornalistica, come la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Come esempi illustrativi di questa affermazione si legga "Frankfurter Allgemaine Zeitung", "Süddeutsche Zeitung", "La Stampa", "la Repubblica" in confronto a "Le Monde", "The Guardian" o "The New York Times". Leggendo i primi, uno avrebbe potuto concludere che Podemos da solo avrebbe cambiato il panorama politico delle elezioni comunali. Bisogna sottolineare che Podemos non ha presentato alcuna candidatura municipale a suo nome. In una gran parte dei municipi, si sono formate piattaforme popolari che rappresentano la confluenza di diversi gruppi, dove i circuiti locali di Podemos in molti casi sono presenti però con un peso variabile. Queste piattaforme cercano di evocare lo spirito del 15M (gli indignati) e di altri movimenti aggregatesi negli ultimi anni: piattaforma contro gli sfratti, movimenti di difesa di sanità scuola e università pubbliche, movimenti ambientalisti, piattaforma per un nuovo modello energetico, almeno un altro nuovo partito politico come EQUO...

Non si tratta solo di una reazione alla "Rettungspolitik" (politica di salvataggio) come sostengono alcuni media tedeschi. Non si tratta di movimenti ideologicamente e strutturalmente antieuropeisti, come sostengono alcuni media italiani, sebbene ctritichino alcuni politiche dell'establishment europeo. Si tratta di una nuova forma d'intendere la politica, dove il levello di partecipazione cittadina é alta, il finanziamento evita sistematicamente il coinvolgimento delle banche, dove esiste una completa trasparenza. Questo ha trovato la sua maggiore realizzazione nelle candidature municipali, particolarmente significative nelle "due capitali" della Spagna: Madrid (Manuela Carmena, cofondatrice dell'associazione "giudici per la democrazia") e Barcellona (Ada Colau, cofondatrice della piattaforma di vittime degli sfratti). Alla luce dei risultato, saranno entrambe sindaco delle rispettive citta`.

Manuela Carmena, candidata sindaco a Madrid per la lista "Ahora Madrid".
Fonte: Europapress.
Ada Colau, candidata sindaco a Barcellona per la lista "Barcellona en Comú".
Fonte: Barcelona en Comú.


Una nota sul sistema elettorale spagnolo. A tutti i livelli non é proporzionale ma non prevede nemmeno premi di maggioranza fissi. Senza entrare in detagli tecnici, vige un sistema di attribuzione dei seggi dinamico che favorisce i partiti di maggioranza relativa e quelli con forte concentrazioni locali (ad esempio regionalisti), penalizzando quelli più piccoli ma a difussione più ampia ed omogenea nel territorio nazionale.

Va notato che in Spagna é possibile che un partito che non possegga la maggioranza assoluta governi in minoranza, cercando il consenso tema per tema. Sebbene il PP (partito popolare, destra conservatrice, al governo con maggioranza assoluta dal 2011) resti per poco il partito più votato, in molte situazioni locali sono ora possibili governi dalle liste cittadine popolari (nei casi municipali) o Podemos (nel caso delle regioni) con il supporto durante l'investitura di altre formazioni di (centro)-sinistra, in particolare il PSOE (Partito socialista operaio spagnolo). Questo é stato storicamente la principale alternativa alla destra in un quadro bipolarista, ha subito una debacle per la sua incapacità di gestire la crisi, però recentemente ha avviato un processo di rinovamento interno (i cui esiti sono ancora da valutare), sicuramente stimolato dal nuovo quadro sociale. Su alcuni media tedeschi, viene quasi data per scontata o al meno auspicata una coalizione PP-PSOE (a stile loro e nell'ottica della difesa di una politica "moderata" che marginalizzi presunti estremismi). Questa possibilità é quanto meno remota.

07/05/15

Perche` abbiamo l'Italicum?


Abbiamo ora una in Italia un legge elettorale "porcata", come fu definita la sua precedente dal suo stesso ideatore, questa magari solo un po' piu` raffinata.
Con i dichiarati intenti di forzare il bipartitismo e garantire la governabilita`; sul primo ci sono dubbi che ci riesca, il secondo probabilmente bisogna riconoscere che lo conseguira`, assumendo un attimo per assurdo che essa sia un valore. Non voglio qui sostituirmi alla mille fonti che descrivono la legge e i meccanismi che induce, ma capire perche` siamo arrivati a questo. Bisogna guardare un po' la storia politica dell'Italia; un paese senza memoria storica, cha vive in un eterno presente, nell'odio del politico potente e/o corrotto del momento, e` un paese senza futuro.

La Camera dei Deputati approva
la legge elettorale denominata "Italicum"
Fonte: La Repubblica

Alla fine della seconda guerra mondiale e della guerra civile, i fondatori della repubblica ne concepirono una con un attento bilanciamento di poteri, due camere con uguale importanza che funzionassero come controllo democratico, un sistema pienamente proporzionale che garantisse rappresentanza a tutte le componenti della societa`, e parlamentare, nella misura in cui e` il partamento attraverso la definizione di una maggioranza ad esprimere e legittimare il governo e il suo presidente. Negli ultimi venti anni in Italia si e` fatta molta confusione tra potere legislativo e potere esecutivo; e in particolare si e` persa la nozione che il presidente del consiglio non e` nominato direttamente dal "popolo", ed e` giusto che sia cosi`. Tutta questa costruzione serviva e servirebbe tuttora ad evitare rigurgiti fascisti, l'accumulazione di potere politico, il culto della personalita`, ed e` stata una risposta coerente a queste domande che l'Italia e` riuscita a darsi uscendo dal ventennio.
L'attuale Segretario del Partito Democratico e Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, notabilmente senza essere neanche deputato, lo si puo` criticare per molti motivi, per il cinismo e l'opportunismo , l'assenza di cultura politica, l'assenza di fondamenti ideologici solidi. Pero` non e` un usurpatore della democrazia, ne` nella forma ne` nella sostanza, l'affermazione che nessuno l'ha eletto e` in parte forse vera ma inopportuna alla luce di quanto detto in precedenza. Ha inizialmente perso le primarie del suo partito, ma chi lo ha sconfitto, pur vincendo in un qualche senso le elezioni, non e` stato in grado di aggregare una maggioranza parlamentare e formare un governo; dopo una fase di transizione, ha partecipato a nuove primarie ottenendo la guida del partito, e lo spostamento di equilibri e linee politiche che questo ha determinato gli ha permesso di ottenere il sostegno delle due camere e legittimarsi come capo del governo, in pieno rispetto dei principi che guidano la democrazia italiana.

Torniamo alla storia d'Italia e alla sua costante per quarant'anni: un singolo partito al 40%, la Democrazia Cristiana, condannato a governare cercando coalizioni con partiti di centro, un grande Partito Comunista al 30%, una specie di stato nello stato, all'opposizione per definizione imposta dalla situazione internazionale; se per caso avesse raggiunto il 51%, ok questa non e` una verita` convalidata per via giudiziaria, pero` probabilmente la CIA era gia` pronta ad instaurare una dittatura militare. Tutte le fluttuazioni politiche sono destinate ad essere determinate solo da una parte dell'arco parlamentare, con nessuna possibilita` di alternanza tipo con una socialdemocrazia europea. C'era un partito abituato al potere, e vari ed in un numero crescente nel tempo piccoli partiti con una rilevanza enorme. La situazione era insostenibile, quasi inevitabile viene da dire che la corruzione dilagasse e il sistema esplodesse all'irrompere degli anni '90.

A questo punto si diffuse la convinzione che un sistema strutturalemte bipartitista, la tanto acclamata "democrazia dell'alternanza", avrebbe limitato la corruzione, e per forzarlo si introdusse un sistema elettorale maggioritario. Quindi l'Italia visse un decennio abbondante di labile bipartitismo: quelle che erano le anime democratiche della Democrazia Cristiana e del Partito Comunista finirono per confluire in quello che ora e` il Partito Democratico (avreste mai immaginato solo due decenni prima i due partiti presentarsi coalizzati alle elezioni e perderle?), costretto per tentare di governare a coalizzarsi e con un 5-10% piu` a sinistra e un 5-10% piu` al centro, inconciliabili. Dall'altra parte un "centro-destra" guidato dalla demagogia, la retorica imprenditoriale, e il carisma e la potenza di fuoco mediatica da campagna elettorale di Silvio Berlusconi, che riusci` a tenere assieme anime completamente diverse, apparentemente assurdamente, pero` spinte da interessi particolari non in contraddizione: quel poco di destra liberale che esiste in Italia, quella componente di accanito conservatorismo cattolico, i post-fascisti, gli indipendentisti xenofobi del nord-est, rimasugli della massoneria, la mafia siciliana, gruppi di potere del nord come Comunione e Liberazione; e vi prego, non sto congetturando niente qui.

Il disfacimento personale del leader ha aperto uno scenario in cui nulla pare poter contrastare il Parito Democratico, finendo per snaturarlo, facendo predominare in esso una componente quasi neo-limerale e comunque post-ideologica, come se alla guia di un paesa fosse sufficiente la "buona amministrazione". La ricostruzione di una destra moderna, tipo quella tedesca, o francese, o inglese, sarebbe fondamentale, ma pare mancare completamente la necessaria cultura politica. Inoltre siamo di fronte all'emergere di un minoritario ma macroscopico movimentismo politico anti-corruzione con anime al suo interno molto contrastanti e senza chiari riferimenti ideologici, ma fondamentalmente indisposto alla collaborazione e al dialogo al di fuori di esso perche` noi siamo solo cittadini immacolati e il resto e` casta: tentare di registrare un panorama bipolare che non esiste, e` semplicemente illusorio.
Al di la` dei piu` o meno credibili buoni propositi, l'esito e` che il Partito Democratico si potrebbe essere asfaltato un'autostrada, sempre che non imploda dall'interno, verso una guida del paese solida ma per molti aspetti inconsistente, difficilmete smontabile nel medio-lungo termine, e a dispetto dei suoi intenti democratici, concentrando una quantita` di potere senza precedenti nella storia della repubblica italiana.

Ma c'e` una incomprensione di fondo che pochi evidenziano: la corruzione non e` un femomeno politico, ma culturale e giudiziario. Deve essere perseguita dalla magistratura, e prevenuta attraverso una cultura di trasparenza, legalita`, rispetto degli altri. La politica deve fornire strumenti legislativi, strumentali ed economici adeguati al sistema giudiziario, preservando la sua indipedenza e mettendolo nelle condizioni di esercitare la sua funzione repressiva; puo` contribuire, assieme ad altre componenti della societa`, a sviluppare un sostrato culturale dove la corruzione non trovi terreno fertile. Ma non si puo` semplicemente immaginare di eliminarla attraverso magiche e sofisticate alchimie legislative; e non e` corretto disegnare quadri legislativi assumendo che questo fenomeno sara` comunque in ogni caso presente.

Matteo Renzi, Fonte: blog del PD


Appendice:
Sono disponibili varie fonti di simulazione su come verrebbero ripartiti i seggi secondo la nuova legge elettorale in varie tornate elettorali passate. Qui mi limito a riportare la distribuzione dei consensi in alcuni momenti storici. Quante tracce di bipartitismo si possono osservare?

Elezioni Europee 2014
Si voto` con un sistema fondamentalmente proporzionale con soglia di sbarramento al 4%; costituisce una buona rappresentazione dell'attuale distribuzione dei consensi.
- Partito Democratico 40,8%
- Movimento 5 Stelle 21,2%
- Forza Italia 16,8%
- Lega Nord 6,2%
- NCD/ UDC 4,3%
- Altra Europa per Tsipras 4,0%

Elezioni Politiche 1996
Si voto` con la cosiddetta "legge Mattarella", 75% di seggi attribuiti da collegi uninominali e 25% con quota proporzionale ma con meccanismi diversi per le due camere, sistema che cerca di forzare il bipartitismo e spinge l'aggregazione delle liste in due coalizioni. Il sostanziale equilibrio tra centro-destra e centro-sinistra, unito al fatto che la Lega Nord si presento` non coalizzata, e le sottili alchimie imposte dalla legge elettorale, resero l'esito molto incerto. Per rappresentare al meglio la reale distribuzione di consensi al momento, riporto i risultati per liste della quota proporzionale alla Camera.
- Partito Democratico della Sinistra 21,1%
- Forza Italia 20,6%
- Alleanza Nazionale 15,6%
- Lega Nord 10,1%
- Partito della Rifondazione Comunista 8,6%
- Popolari per Prodi 6,8%
- CCD / CDU 5,8%
- Lista Dini / Rinnovamento Italiano 4,8%

Elezioni Poliche 1963
Sono una tipica tornata elettorale con sistema proporzionale puro della "Prima Repubbllica".
- Democrazia Cristiana 38,3%
- Partito Comunista Italiano 25,8%
- Partito Socialista Italiano 13,8%
- Partito Liberale Italiano 7,0%
- Movimento Sociale Italiano 5,1%

01/05/15

The cage of work


"Italy is a republic founded on work". For sure the half of the constituent assembly would have liked to say "republic of workers". It would have a completely different meaning. I am not thinking about the mitology of Stakanov, who reaches 20 times the daily productivity allowing the satisfaction of the quinquennial plan and the wealth of the sovietic state, but rather about the idea that the right-duty of work gives to everybody who participates in it a share of the responsibility of the management of the public affairs, that is the common good. But on the other hand, the idea of work is present in nearly all the ideologies. The christian ora et labora: you have to pray but even then there is nobody working in your place. In liberism the work is what gives value to some natural resource through a process of transformation, and legitimates the private property: at the extreme there is the myth of the self-made-man. The writing "work makes you free" was flagging (sarcastically ?) we know where. The first article of the italian constitution is a compromise, and alone it means really nothing: instead, in a wildly capitalist context, it sounds to me mocking and derisive. You, as a poor man, have to float among the mental categories that somebody packed for you, work hard all life long, pay the taxes, at least the amount necessary to guarantee that the superstructure survives itself: maybe someone will be rich but at least you will be dignified.

Ford River Rouge plant, Dearborn, Michigan.
Congress Library, United States of America

In the meanwhile the fordist structure has determined our society, and even more the representation that we made of it, the idea that it gave us some kind of desiderable form of wealth, the shining floors, the antenna on the balcony instead of the toilet, the centralized heating system, the middle-power car with which you crowd arbitrarily chosen places on saturday evening and go out in the countryside on sunday afternoon, and then you demolish it with ecological subsidies after a five years life, maybe without support this model we are desperately grasped at will vanish, because all the rest is precarity, decomposition, half-peripherical abandoned plants with broken glasses, occupied by clandestine immigrants divorced men and political refugees.
This life structured into closed compartments might have increased the life expectancy but it never gave answers to something resembling deep needs. Half of the life productive, one fourth looked after by the parents, one fourth looked after by the sons. Schools not as places of culture and society, but as parkings. Other 50 square metres parkings with 70 years old people inside, who if the woman from Rumania or the Philipines is not there they only watch Rai 1 because noone considered meaningful explaining to them how to change channel, techological transitions are not for them, who go out only to come back wth plastic bags with other plastic bags inside. The day divided into three turns: 8 hours to sleep, 8 hours to work, 8 hours to take care about yourself. Then, of these, you spend 2 in an individual locomotion vehicle because of an antropological-urbainistic crisis, 2 to obtain and swallow food with enough natritional value but completely lacking social and relational one, 2 in front of a television for a crisis which is nothing but cultural... what remains then? The week at the seaside in the middle of the summer?

Traffic Jam during the rush hour, Shangai
Source: Reuters

Or...?
Maybe the only thing that my father tried to teach me, interpreting this idea also with his activity, is that you don't live to work but you work to live. I am not so sure abouth the meaning of "live" in this context, but... I am intelligent enough to feel impossible to identify my purposes with the ones of an hypothetical profit-seeking company their owners and/or shareholders for which I might find myself working for. I have experienced so many genuine and disinterested personal relationships, and I have seen too many persons dedicating themselves sincerely to the common good, that I cannot perceive me as an entrepreneur of myself with tha aim of qualify and gain economical and contractual power in the "work market". Collecting money to substain a life style of which I don't feel the need is quite not interesting as perspective. Maybe the love for someone else might let you perceive all the rest as purely survival, but at the moment it think it does not.
Usually every speech it happens to me to hear about work puts me down, oppresses my personality, crushing it in a remote corner, while inconclusive rhetorics and minimal necessities struggle in front of me without outcome, like it was possible to deal with the issue without asking themselves on what this society is based; this society that we would like to require and guarantee work to everyone.

La jaula del trabajo

"Italia es una república fundada sobre el trabajo". Seguramente la mitad de la asamblea constituyente habría querido decir "república de trabajadores". Habría tenido un significado completamente distinto. No estoy pensando en la mitología de Stakanov que alcanza 20 veces la productividad diaria garantizando la consecución del plan quinquenal y el bienestar del pueblo soviético, sino a la idea que el derecho-deber del trabajo da a todos aquellos que participan de ello una parte de responsabilidad de lo público, del bien común. Pero, por otro lado, la idea del trabajo existe un poco en todas las ideologías. El "ora et labora" cristiano: tienes que orar, pero tampoco hay alguien que trabaje en tu lugar. En el liberalismo el trabajo es lo que da valor a un recurso natural mediante un proceso de transormación, y legitima la propriedad privada; en el extremo nos encontramos con el mito del self-made-man. La inscripci&oacuten "el trabajo os hace libres" aparecía (sarcásticamente?) sabemos donde. El primer artículo de la consitución italiana es un compromiso, y en sí mismo no signfica realmente nada, al revés, en un contexto selvajemente capitalista me parece irrisorio. Parece trasmitir el siguiente mensaje: "pobre chaval, tienes que fluctuar en las categorías mentales que alguien ha preparado para ti, tienes que currar toda la vida, pagar los impuestos, por lo menos lo que baste para que la superestructura sobreviva a sí misma, alguien a lo mejor va a ser rico pero tú por lo menos serás digno".

Instalación Ford River Rouge, Dearborn, Michigan.
Libreria del Congreso de lo Estados Unidos de America

La estructura fordista ha modelizado nuestra sociedad, y aún más la representació que tenemos de ella, la idea que nos ha dado alguna forma de bienestar deseable, pavimentos lúcidos, la antena en el balcón en lugar del water, la calefacción centralizada, el coche de cilindrada media con el que colmar lugares elegidos arbitrariamente el sábado por la tarde para después llevarla al desguace con los incentivos ecologistas tras cinco años de vida, no sea que sin apoyos desaparezca este modelo del que dependemos desesperadamente, porque todo el resto es precariedad, descomposición, establecimientos semi-periféricos abandonados con los cristales rotos ocupados por inmigrantes clandestinos, hombres divorciados y refugiados políticos.
Esta estructuración de la vida en compartimentos estancos puede haber alargado la expectativa de vida pero nunca ha dado respuestas a algo que se parezca a exigencias profundas. Mitad de la vida productivo, un cuarto cuidado por los padres, un cuarto por los hijos. Escuelas no como centros de cultura y sociabilidad, sino como aparcamientos. Otros aparcamientos de 50 metros cuadrados con heptagenarios dentro, que si no está la señora rumana o filipina ven solo Rai 1 porque nadie ha cnsiderado significativo explicarles cómo cambiar canal, las transiciones tecnológicas no son para ellos, que salen sólo para volver con bolsas dentro de bolsas. El día dividido en tres partes: ocho horas para dormir, ocho horas para trabajar y ocho para cuidarse a sí mismo. Que después, de estas últimas, dos transcurren en un medio de locomoción individual debido a una crisis antropológico-urbanística, dos procurándose y engullendo comida con suficiente valor nutricional pero ningún valor social o relacional, dos delante del televisor por una crisis que no es otra cosa que cultural... ¿qué queda? ¿La semana en Benidorm durante el puente de Nuestra Señora?

Atasco durante la hora punta, en Shanghai
Fuente: Reuters

¿Y si no...?
Quizá la única cosa que mi padre ha intentado enseñarme, encarnando también esta idea con su actividad laborativa, es que no se vive para trabajar sino que se trabaja para vivir. No estoy completamente seguro de haber entendido, en este contexto, qué significa vivir, pero .... Soy suficientemente inteligente para que me resulte imposible identificar mis aspiraciones con las de una empresa hipotética con ánimo de lucro, los propietarios y/o los accionistas para la que me encontrase trabajando un día. He vivido demasiadas relaciones personales auténticas y gratuitas, y he visto demasiadas personas dedicarse sincera y arduamente al bien común, para poder percibirme como gerente de mí mismo con el objetivo de cualificarme y adquirir poder económico y contractual en el "mercado laboral". Amontonar dinero para sostener un estilo de vida del que no siento necesidad es discretamente poco interesante como perspectiva. Quizás el amor por otra persona podría servir para percibir todo el resto como mera supervivencia pero por ahora creo que no.
Normalmente cada discurso que escucho sobre el tema trabajo me torna alicaído, oprime mi personalidad comprimiéndola en un ángulo remoto mientras retóricas inconclusivas y exigencias minimalistas colisionan delante de mí sin éxito, como si fuera posible afrontar la cuestión sin preguntarse sobre qué está fundada esa sociedad que nos gustaría que lo exigiera y garantizara a todos.

29/04/15

Slow Fast Food [EN]


I nave been recently in a place called M**Bun. It is a small chain exixting for a few years, with at the moment three establishments, two in the center of Turin, Piedmont, Italy, and one in Rivoli, in the suburbs of the same town. It defines itself as Slow Fast Food. For sure McDonald's cannot patent the very common Scottish prefix Mc, but interpreting it as a challengo to the american giant is even too easy. The sponsorization by the organization SlowFood can also be straightforwardly recognized. It displays itself as a place where you can buy ready-made food quickly, to take way or to eat there in rooms with a minimalist interior design, that you order at a counter in disposable packages and with a service reduced to the essential. But then you immediately see the differences. The products, even the potato chips, are cooked at the moment; you can collect them at the counter but with a mechanism that informs you as soon as they are ready. All the material is recyclable, and you have to take care you yourself of the disposal in the proper containers. The products, from the meat to the drinks and the sweets, are only of very good quality and of local origin, not only as origin but mainly also as gastronomic tradiction. This is emphasized by the purely Piedmontese irony that you can see on stickers available around, and remembered at the entrance a statue of an ox, which is Piedmont is the king of the animals. Also dishes suitable for vegetarians are avalaible.
The place is spreaded with visual stimuluses about the etical principles they guide them, and you can find with transparency informations about the producers. On the website you can view the full list; the meat producer, the farming company Scaglia, also located in Rivoli, in summer organizes guided tours to the farm. For sure, you pay a little more, but you pay for the substance and not for the appearance. By the way, I have eaten an exceptional beef entrecote.

M**Bun in the center of TUrin

Some days ago, and only during two days, it was opened in Milan a trendy fast food named Single Burger. It has been sponsorized by two popular concurrents of the italian culinary talent show Masterchef. Every week they would have proposed a special hamburger conceived by them. The first opening Saturday night evening, here comes the revelation: the delicious hamburger with bacon proposed, is actually a McDonald's product, projected and realized with ingredients and technologies and by workers of the American multinational, available now under the name "Bacon Clubhouse" in every "restaurant" of the chain. This history cannot be settled so quickly simply as a joke to the gastro-cool people, or as a brilliant marketing operation, and not even as the licit try to clear out "prejudices" related to the brand. It is a fact that it is hard for it to seep through a lot of areas of South Europa, and even studies conducted by themselves seem to point out that, together with recent desperate attempts of cleaning their image, at least in Europe, increasing a little the quality of the products, they would make more profit.

Single Burger, now renamed McDonald's premium in the center of Milan

For sure it is easy to come out claiming that, in the end, what matters is waht you like, but the issue remains: we are progressively loosing in general the ability to eat well, just even in the meaning of understanding what it means, for the health and for the environment. A lot of people is satisfied with paying a lot because some restaurant is cool or sophisticated or elegant, but the quality concerns other aspects more intimately related to the food: the production technologies and their impact, traceability, locality, cultural value. The organization SlowFood deep in its heart works very well about these themes. Somoetimes maybe it ends up appearing radical chic, but the future of fodd cannot be BIO for the rich people and GMO for all the others. Obviously a local high quality properly made beef entrecote is more expensive that an hamburger in a fast food restaurant, but the opposite gives you no guarantee. The message that McDonald's is trying to conceive is then meaningful: you should not be cool and you can come and east by us, since you don't understand anything and for you is the same.
But this does not make disappear the objective criteria that allow to say that a beef entrecote in M**Bun is better than an hamburger in McDonald's: it is documented who produces the meet and with which criteria, it is fresh, it does not make thousands of kilometers, without preservatives used only for aesthetic purposes, without hormonal pumping, without antibiotic treatments to increase productivity, without GMO feeding, without intensive farming in plants with dozens of thousands of animals in conditions that you would not allow to visit, that instead you keep well closed hoping that the smell of manure is not revealing too much. You can see all this on the wealth and on the environmental impact, and with a little of culture of food you would see it also on the taste, whose knoledge in our society is getting lost under the delirium of industrialization.
A key point of capitalism is the idea that you have to follow your primary pulses without thinking about it. That a purchase is just filling the gap between a will and its satisfaction, and has no further implications. It is better when it is an impulsive action because it can be foreseen and directed. Instead, we are responsible of the success of the products we choose: CONSUMING IS A POLITICAL ACT.

26/04/15

Slow Fast Food [ES]


Estuve recientemente en un establecimiento llamado M**Bun. Es una pequeña cadena que existe desde hace algunos años. Por el momento cuenta con tres franquicias, dos en el centro de Torino (Piamonte, Italia), y uno en Rivoli, en los alrededores de la misma ciudad. Se define Slow Fast Food. Seguramente, McDonald's no puede patentar el tan común prefijo escocés Mc, pero interpretarlo como un reto al gigante americano es demasiado fácil. También es fácil reconocer el patrocinio por parte de la organización SlowFood.
El sitio se presenta como un lugar donde comprar rápidamente comida lista para llevar o tomar en un ambiente con una decoración muy minimalista; se pide en la barra, se sirve con platos y cubiertos desechables y se ofrece un servicio reducido a lo esencial. Pero pronto se ven las diferencias con un "fast food" al uso. Los productos se cocinan al instante, incluso las patatas en rodajas finas, y se retiran de la barra mediante un mecanismo que te advierte apenas están listos. Todo el material es reciclable y cada uno tiene que preocuparse de su eliminación en contenedores específicos. Los productos, desde la carne hasta las bebidas y los dulces, son de óptima calidad y de producción local, no solo en cuanto al origen geográfico se refiere, sino también a la tradición gastronómica. Esto viene enfatizado por la ironía auténticamente piamontesa que se deja entrever a través de la presencia de pegatinas esparcidas por todo el local y se evoca en la entrada por una estatua de un buey, que en Piamonte es el rey entre los animales. Existen varias opciones para vegetarianos.
El local está repleto de estímulos visuales que evocan los principios éticos que lo guían, y existe información transparente sobre el proceso de producción a disposición del público. La página web dispone de una lista completa. El productor de la carne, la empresa agrícola Scaglia, también ubicada en Rivoli, organiza visitas guiadas a la granja en verano. Como cabe esperar resulta un poco más caro, pero se paga la sustancia y no la forma. A propósito, he comido un entrecot de carne roja ("Tagliata di Manzo") espectacular.

M**Bun el en centro de Torino.

Hace algunos días, y solo a lo largo de dos días, se abrió en Milán una hamburguesería "pija" llamada Single Burger. La promocionaron dos conocidos participantes del concurso de talentos culinario italiano MasterChef, que habrían propuesto cada semana una hamburguesa especial ideada por ellos. Por la tarde del primer sábado después de la inauguración, se dio a conocer la revelación: la exquisita hamburguesa con panceta propuesta era un producto de McDonald's, proyectado y realizado con ingredientes, tecnologías y por trabajadores de la multinacional americana, disponible ahora bajo el nombre de "Bacon Clubhouse" en cada "restaurante" de la cadena. La historia no puede ser liquidada simplemente como una broma a los "frikis" de la comida, o como una genial operación de marketing, y tampoco como un legítimo intento de quitarse "prejuicios" relacionados con la marca. Es un hecho que tiene dificultades para penetrar en muchas áreas del Sur de Europa. Además, estudios llevados a cabo por ellos mismos parecen señalar que, paralelamente a sus recientes intentos desesperados de limpieza de imagen, al menos en Europa, obtendrían más beneficios incrementando un poco la calidad de sus productos.

Single Burger, ahora renombrado McDonald's premium en el centro de Milán.

Seguramente es fácil concluir que al final lo que cuenta es lo que gusta, pero el quid de la cuestión permanece: en general estamos perdiendo progresivamente la capacidad de comer bien, hasta el punto de no entender lo que significa, olvidando que los criterios esenciales son la salud y el medio ambiente. Muchas personas se consideran satisfechas pagando mucho porque un dado restaurante es "cool" o sofisticado o elegante, pero la calidad pertenece a otros aspectos mas íntimamente relacionados con la comida: las técnicas de producción y su impacto, la trazabilidad, la localidad, el valor cultural. SlowFood en el fondo trabaja muy bien sobre estos temas. A veces resulta un poco radical chic, pero el futuro de la comida no puede ser BIO para los ricos y OGM para todos los demás. Obviamente un entrecot de carne roja local de calidad bien hecho cuesta más que una hamburguesa de un fast food, pero al revés no existe garantía alguna. El mensaje que McDonald's intenta transmitir es por lo tanto significativo: tenéis que haceros menos los pijos y venir a comer en nuestros establecimientos que de toda maneras no entendéis nada y para vosotros es lo mismo.
Pero esto no hace desaparecer los criterios objetivos para decir que un entrecot de carne roja de M**Bun es mejor que una hamburguesa de McDonald's: está documentado quién produce la carne y con qué criterios, está fresca, no hace miles de kilómetros, sin conservantes utilizados solo con finalidad estética, sin utilizar hormonas de crecimiento, sin tratamientos con antibióticos para elevar la productividad, sin piensos OGM, sin una producción intensiva en instalaciones con decenas de miles de animales en estados que no dejarías ver, pero que tienes bien cerrados esperando que el hedor de estiércol no revele demasiado. Todo esto se ve en la salud y en el impacto sobre el medio ambiente, y con un poco de cultura de la comida se vería también en el gusto, cuyo reconocimiento en nuestra sociedad se va perdiendo de la mano del delirio de la industrialización.
Un asunto clave del capitalismo es la idea de que tienes que seguir tus impulsos primarios sin razonar sobre ellos. Que una compra es solamente cubrir la distancia entra una voluntad y su satisfación, y no tiene otras implicaciones. Es mejor que sea una acción impulsiva por predecible y dirigible. Sin embargo, somos responsables del éxito de los productos que elegimos: CONSUMIR ES UN ACTO POLITICO.

25/04/15

10 considerazioni a caso


Elevo a post del mio blog uno sfogo di pochi minuti che ho avuto dopo essermi imbattuto in questo "contenuto" recentemento diffuso sul social network Facebook, condiviso da un mio contatto, e che ha creato un discreto dibattito sulla sua pagina.

Contenuto prodotto per essere reso virale su Facebook
dalla pagina "Dimissini e tutti a casa",
nel momento in cui scrivo condiviso da quasi 30.000 utenti.

  1. Odio questa prassi da militante becero di decontestualizzare affermazioni di politici e diffonderle a scopo denigratorio.
  2. Sul presidente della camera dei deputati Laura Boldrini: si puo` legittimamente non condividere sue opinioni, ma e` uno dei pochi politici seri e rispettabili che ci siano in Italia con un curriculum senza macchie.
  3. La globalizzazione si e` realizzata in un modo tale che il benessere senza precedenti di circa un quinto del mondo e` basato sulla miseria senza precedenti dei restanti quattro quinti.
  4. --> Non penso di aver nessun diritto di dire "prima gli italiani".
  5. L'Italia, la Spagna e la Grecia, paesi di interfaccia dell'Europa con l'Africa, non possono gestire questi flussi da soli, ne` in un ottica di emergenza ne` di gestione politica nel lungo termine.
  6. --> Ci vuole piu` integrazione europea, e questi paesi con un atteggiamento molto provinciale negli ultimi decenni hanno avuto la responsibilita` politica di non ragionare in una ottica europea (Prodi e Tsipras e relativi governi uniche eccezioni, di nuovo, possono non piacere, ma...).
  7. Non ci si puo` limitare a dare la colpa alla Germania, a cui si puo` rivolgere specifiche critiche riguardo a come vede la politica l'economia e la societa`, ma almeno ha sempre ragionato in ottica europea, e vivendo in quel paese si vede.
  8. A proposito del turismo a Lampedusa che viene danneggiato dal fenomeno migratorio: ci sono molte aree e persone che vivono di turismo, esso puo` essere una valida integrazione in una economia sana, ma non puo` essere la base dell'economia, altrimenti basta niente a far crollare tutto.
  9. Mi pare che una riflessione sui propri stili di vita debba essere il punto di partenza per essere legittimato a parlare di queste cose.
  10. Come vedete il fatto che molti italiani emigrano in Germania e Francia perche` trovano piu` opportunita` per realizzarsi e condizioni di lavoro migliori....!!?? Sono parassiti delle loro societa` anche loro?

18/04/15

Slow Fast Food [IT]


Sono stato recentemente in un locale che si chiama M**Bun. E` una piccola catena esistente da qualche anno con al momento tre locali, due in Torino centro e uno a Rivoli, nella prima periferia della stessa citta`. Si definisce come Slow Fast Food. Di certo McDonald's non puo` brevettare il comunissimo prefisso scozzese Mc, ma interpretarlo come una sfida al colosso americano e` fin troppo facile. E` anche facile identificare la sponsorizzazione da parte di SlowFood.
Il locale si presenta come luogo dove comprare cibo pronto velocemente, da portarsi via o mangiare in ambienti dall'arredamento molto minimale, da ordinare al bancone in confezioni usa e getta e con un servizio ridotto all'essenziale. Ma poi si vedono subito le differenze. I prodotti sono cotti all'istante, perfino le patatine, da ritirare al bancone ma con un meccanismo che ti avverte appena sono pronti. Tutto il materiale e` riciclabile e dello smaltimento in appositi contenitori ci se deve preoccupare da soli. I prodotti, dalla carne alle bibite ai dolci, sono solo di ottima qualita` e di produzione locale, non solo come origine ma anche per la maggior parte come tradizione gastronomica. Questo e` enfatizzato dall'ironia puramente piemontese visibile in stickers disponibili in giro, e ricordato all'ingresso dalla statua di un bue, animale che in Piemonte la fa da padrone. Sono disponibili varie opzioni per vegetariani.
Il locale e` disseminato di stimoli visivi sui principi etici che li guidano, e sono reperibili con trasparenza informazioni sui produttori. Sul sito e` presente la lista completa; il produttore delle carni, l'Azienda Agricola Scaglia, anch'essa A Rivoli, in estate organizza visite guidate alla sua fattoria. Certo, paghi un po', ma la sostanza e non la forma. Per inciso, ho mangiato una tagliata di manzo superba.

M**Bun in Torino centro

Pochi giorni fa, per solo due giorni, e` stata aperta a Milano una hamburgheria trendy dal nome Single Burger. A sponsorizzarla due noti concorrenti del talent show culinario MasterChef, che avrebbero proposto ogni settimnana un speciale hamburger da loro concepito. Il primo sabato sera di apertura la rivelazione: il prelibato hamburger al bacon proposto e` un prodotto di McDonald's, progettato e realizzato con ingredienti, tecnologie e da personale della multinazonale americana, disponibile ora con il nome Bacon Clubhouse in ogni "ristorante" della catena. La storia non puo` essere liquidata semplicamente come uno scherzo ai gastrofighetti, o come una geniale operazione di marketing, e neache come il lecito tentativo di levarsi di dosso "pregiudizi" legati al brand. E` un fatto che fatica a penetrare in molte aree del Sud-Europa, e che pure studi condotti da loro stessi paiono indicare che, di pari passo a disperati recenti tentativi di pulizia dell'immagine, almeno in Europa realizzerebbe guadagni maggiori aumentando un po' la qualita` dei prodotti.

Single Burger, ora rinominato McDonalds premium in Milano centro

Certo e` facile uscirne dicendo che in fondo conta quello che piace, ma la questione resta: stiamo progressivamente perdendo in generale la capacita` di mangiare bene, nel senso anche solo di capire cosa vuol dire, per la salute e per l'ambiente. Molte persone sono soddisfatte di pagare tanto perche` un certo ristorante e` cool o sofisticato o elegante, ma la qualita` riguarda altri aspetti piu` intimamente legati al cibo: le tecniche di produzione e il loro impatto, la tracciabilita`, la localita`, il valore culturale. SlowFood nel suo cuore lavora molto bene su questi temi. A volte forse cade nell'apparire radical chic, pero` il futuro del cibo non puo` essere BIO per i ricchi e OGM per tutti gli altri. Ovviamente una tagliata di manzo locale di qualita` fatta bene costa di piu` di un hamburger in un fast food, ma il contrario non ti da` nessuna garanzia di per se`. Il messaggio che MacDonalds tenta di trasmettere e` quindi notevole: fatevi poco i fighi e venite a mangiare da noi tanto non ci capite niente e per voi e` lo stesso.
Ma questo non fa sparire i criteri oggettivi per dire che una tagliata di manzo di M**Bun e` meglio di un hamburger di McDonald's: e` documentato chi produce la carne e con che criteri, e` fresca, non fa migliaia di chilometri, senza conservanti usati solo per scopi estetici, senza pompaggio ormonale, senza cure antibiotiche per aumentare la produttivita`, niente mangimi ogm, niente produzione intensiva in impianti con decine di migliaia di capi in condizioni che non faresti visitare ma che tieni ben chiusi sperando che l'odore di letame non riveli troppo. Tutto questo lo vedi sulla salute e sull'impatto ambientale, e con un po' di cultura del cibo lo vedresti anche nel gusto, la cui conoscenza nella nostra societa` tende ad andare persa in preda al delirio dell'industrializzazione.
Un punto chiave del capitalismo e` l'idea che devi seguire i tuoi impulsi primari senza pensarci. Che un acquisto e` solo il coprire la distanza tra una volonta` e la sua soddisfazione, e non ha altre implicazioni. E` meglio che sia una azione impulsiva perche` e` prevedibile e indirizzabile. Invece, siamo responsabili del successo dei prodotti che scegliamo: CONSUMARE E` UN ATTO POLITICO.

08/04/15

Nightfall

Un eclisse di sole e` qualcosa ora di perfettamente compreso e prevedibile. Giorni prima siamo gia` invasi di informazioni sugli orari e le aree geografiche in cui puo` essere osservato, se non da tutta una serie di informazioni pratiche su come beneficiare al meglio dello spettacolo.

A solar eclipse is now something perfectly understood and foreseenable. Already days before we are invaded by informations about the timings and the geographical areas where it can be observed, if not by all a series of practical informations on how to benefit from the show.

Bambini guardano un eclissi di sole
Children look at a solar eclipse
credits Sky

Ma immaginate, all'alba dell'umanita`, doveva essere qualcosa di tremendo, che incuteva profondo timore e rispetto per l'ordine cosmico. In pieno giorno tutto si fa buio, un unorme mostro mitologico si divora il Sole, per poi restituirlo pochi minuti dopo, con grande clemenza, o al termine di scontri titanici, tra la gratitudine della popolazione.

But let's imagine, at the dawn of mankind, it must have been something terrible, which instilled deep reverence and respect for the cosmical order. In broad daylight everything gets dark, an enormous mythological monster devours the Sun, and then it gives it back a few minutes after, with great clemency, or after titanical struggles, among the gratefullness of the population.

Il Dragone Bakunawa mangia la Luna, mitologia filippina
Bakunawa Dragon eats the Moon, philipino mithology
Copyright Jerald Dorado

I due lupi Skoll e Hati inseguono i carri che trainano il sole e la luna, mitologia vichinga
The two wolves Skoll and Hati chase the chariots carrying the Sun and the Moon, viking mithology
"The Wolves Pursuing Sol and Mani", John Charles Dollman, 1909

"Nightfall" si spinge oltre. Scritto nel 1941 da Isaac Asimov, quando aveva appena 21 anni, nel 1968 e` stato votato dalla Science Fiction Writers of America come il miglior racconto di fantascienza mai scritto. L'idea di partenza e` la domanda, cosi formulata dal saggista e poeta Ralph Waldo Emerson nel secolo precedente: "Se le stelle apparissero una sola volta ogni mille anni... Come gli uomini crederebbero, adorerebbero, e preserverebbero per molte generazioni il ricordo della citta` di Dio!" La risposta che il giovane Isaac si diede fu invece semplicemente: "Gli uomini impazzirebbero".
La costruzione e` la seguente: dei simil-umani vivono su un pianeta da qualche parte nell'universo, che fa parte di un sistema planetario in cui ci sono sei soli, e le orbite sono tali che ogni parte del pianeta e` sempre esposta alla luce di almeno uno di questi. Essi sono abituati alla luce e condiderano il buio come qualcosa di inconcepibile. Esiste pero` anche un pianeta, normalmente non visibile, la cui orbita e` tale che una volta ogni qualche migliaio di anni si frappone tra il pianeta abitato e l'unico sole che ne illumina una faccia in quel momento. Si produce percio` una eclissi, che lascia gli abitanti al buio, che lascia loro vedere le mitiche "stelle", oggetti misteriosi tramandati da vecchie leggende apocalittiche. Qualunque cosa siano devono essere assolutamente tremende.

"Nightfall" goes further on. Written in 1941 by Isaac Asimov, when he was just 21 years old, in 1968 it was voted by the Science Fiction Writers of America as the best science-fiction short story ever written. The starting idea is the question, as formulated by the essayist and poeat Ralph Waldo Emerson in the former century" "If the stars should appear one night in a thousand years, how would men believe and adore, and preserve for many generations the remembrance of the city of God!" Instead, the answer that the young Isaac gave himself was simply: "Men would go mad".
The construction is the following: simil-humans live on a planet somewhere in the universe. It is part of a planetary system where there are six suns, and the orbits are such that every part of the planet is always exposed to the light of at least one of these. They are used to the light and they consider the darkness as something unconceivable. But there exist another planet, usually not visible, whose orbit is such that every a few thousand years comes between the lived planet and the only sun which lights up one of its faces in this moment. Hence an eclipse is produced, which leaves the inhabitants in the darkness, which allows then to see the mytical "stars", mysterious objects handed down by old apocalyptic legends. Whatever they are, for sure they must be absolutely terrible.

Nightfall, copyright Don Dixon, Cosmographica

L'intreccio e` cosi` assemblato: si e` appena scoperta la legge di gravitazione universale; questa porta a prevedere l'esistenza nel sistema planetario di un altro oggetto, invisibile. Si nota poi che la sua orbita e` tale da produrre, ogni paio di migliaia di anni, il gia` menzionato eclisse. Questo sembra avallare le ipotesi catastrofiche dell'avvento del "Buio". Nel frattempo ritrovamenti archeologici rivelano che la civita` e` stata perdiodicamente annientata da incendi devastanti, e ricostruita in seguito a fatica, piu` volte nel corso della storia. E gli intervalli di tempo dei due fenomeni... corrispondono.
Il prossimo eclisse risulta essere presto. Una comunita` di persone, soprattutto scienziati frequentanti l'osservatorio astronomico, si prepara al peggiore degli scenari; allestisce un bunker, per resistere alla follia dilagante, alle orde di persone prese dal panico, fomentate da integralisti religiosi, disposte a bruciare qualunque cosa alla disperata ricerca di luce. Ma anch'essi saranno presi dal delirio. " Trentamila potentissimi astri risplendevano di un fulgore che feriva l'anima, più spaventosamente gelido, nella sua orrenda indifferenza, del vento tagliente che spirava invisibile attraverso un mondo freddo, orribilmente informe. ... Aton (la guida autorevole del gruppo di scienziati) da qualche parte, frigna e singhiozza come un bambino terrorizzato: 'Stelle, tutte le Stelle, noi non sapevamo niente. Non sapevamo affatto. Credevamo che sei stelle in un universo fossero tante... Adesso è l'oscurità per sempre, per sempre' "

The plot is assembled in this way: the laws of universal gravitation has just bee discovered; this leads to foresee in the planetary system the existence of another object, invisible. Then it is noted that its orbit is such that it produces, every couple of thousands of years, the aforementioned eclipse. This seems to validate the catastrophic hypothesis of the advent of the "Nightfall". In the meanwhile archeological findings reveal that the civilization has been periodically annihilated by devastating fires, and rebuilt with efforts again, more times in the course of history. And the time intervals of the two phenomena... correspond.
The next eclipse turns out to be soon. A community of people, mainly scientists frequenting the astronomicl observatory, gets ready for the worse scenario; they set up a bunker, to resist to the madness taking over, to the hordes of panic-stricken people, instigated by religious integralists, ready to burn down everything in the desperate search for light. But they will also fall into delirium. " Thirty thousand mighty suns shone down in a soul-searing splendor that was more frighteningly cold in its awful indifference, than the bitter wind that shivered across the cold, horribly bleak world. ... Aton (the distinguished guide of the group of scientists), somewhere, was crying, whimpering horribly like a terribly frightened child: 'Stars, all the Stars, we didn't know at all. We didn't know anything. We thought six stars in a universe is something... is Darkness forever and ever and ever' "

12/03/15

Yanis Varoufakis scrive al New York Times che non c'e` spazio per giochi in Europa

In collaborazione con     www.paula-perez.blogspot.com
Yanis Varoufakis parla nel parlamento greco
Credits: die Welt


Sicuramente ha dei modi fuori dalle righe. C'e` chi afferma che questo crei imbarazzi, non solo tra le diplomazie internazionali, ma anche presso i propri colleghi nel partito Syriza. Nonostante cio`, il nuovo ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis e` sicuramente una figura di spicco ed estremamente stimolante.

Ha una formazione da matematico, in particolare si e` dedicato allo studio della "Teoria dei Giochi". E` un economista che ha viaggiato il mondo, e si e` sempre trovato a lavorare in ambienti accademici e politici troppo neo-liberalisti per la sua sensibilita`. Arriva a definirsi a volte un "marxista erratico". Al punto di riferimento dell'"ortodossia comunista" riconosce un grande merito ed un grande torto. Il grande merito sarebbe di aver identificato nel lavoro una variabile economica qualitativamente diversa da tutte le altre, in quanto portatrice di valori umani. Pero`, proprio il suo intenso desiderio di fornire una base scientifica alle aspirazioni della classe proletaria, lo avrebbe portato ad un grande torto: Il non aver mai riconosciuto che non puo` esistere una formulazione consistente di un modello econonomico che comprenda sia il valore che il profitto come variabili. Tra i suoi riferimenti culturali ci sono oltre a John Von Neumann, anche The Matrix, Star Treck, e perfino Immanuel Kant. Cura un blog dal nome "Thoughts for a post 2008 world" [Pensieri per un mondo dopo il 2008]. I suoi post rivelano come, al di la` della sua preparazione, abbia dedicato tempo a ragionare su vari aspetti della crisi economica e sociale in corso. Oltre a questo, ha sempre mostrato di essere realmente dedito ed interessato al futuro del suo paese e dell'Europa tutta.

Vado qui a proporre una traduzione in italiano di una lettera che ha scritto al New York Times e qui pubblicata il 16/02/2015, mentre erano in corso i colloqui con i partner europei. In questi negoziati la Grecia ha infine ottenuto un rinvio dei termini della restituzione dei debiti e la ridiscussione di alcune clausole che gli permettano un minimo di margine di manovra. Queste erano considerate dal nuovo governo greco precondizioni perche` possa organizzare il suo piano di stabilizzazione del bilancio, rilancio della piccola economia e miglioramento della drammatica situazione sociale. Oltre a questi propositi, emergono chiaramente da questa lettera interessanti tratti della sua personalita`.


Non c'e` tempo per giochi in Europa, di Yanis Varoufakis, ministro delle finanze greco

New York Times 16/02/2015


Sto scrivendo questo pezzo a margini di cruciali negoziati con i creditori del mio paese, negoziati i cui risultati potrebbero segnare una generazione, e potrebbero costituire un ponto di svolta per spiegare la natura dell'esperimento dell'Europa con l'unione monetaria.

I matematici che studiano la "Teoria dei Giochi" analizzano le contrattazioni come fossero tra giocatori egoisti che si devono dividere una torta. Siccome spesi molti anni durante la mia vita di accademico dedito alla ricerca in teoria dei giochi, alcuni commentatori si sono affrettati a presumere che come ministro dell'economia greco mi sarei dedicato ad ideare bluff, stratagemmi e opzioni alternative, combattendo per ottenere il piu` possibile da una "mano debole".

Niente potrebbe essere piu` lontano dalla realta`.

Se di qualcosa, la mia formazione in teoria dei giochi mi ha convinto che sarebbe pura follia pensare alle discussioni tra la Grecia e i nostri partner come un gioco di mercanteggiamento da vincere o perdere attraverso finte e sotterfugi tattici.

Il problema della teoria dei giochi, come ero solito dire ai miei studenti, e` che da` per scontati gli obiettivi dei partecipanti. Nel poker o nel blackjack questa assunzione non e` problematica. Ma nelle attuali discussioni tra i nostri partener europei e il nuovo governo greco, l'intera questione e` forgiare nuovi obiettivi. E` dare forma ad un nuovo atteggiamento mentale che trascenda le divisioni nazionali, dissolva la distinzione creditore-debitore in favore di una prospettiva pan-europea, e collochi il bene comune europeo al di sopra della politica meschina, di dogmi che risultano tossici se universalizzati e di un approccio "noi contro di loro".

Come ministro delle finanze di una nazione piccola, stressata fiscalmente, priva di una banca centrale e vista da molti dei nostri partner come un problematico debitore, sono convinto che abbiamo solo un'opzione: evitare ogni tentazione di sperimentare con le strategie in questo momento cruciale, e invece presentare onestamente i fatti sull'economia sociale greca, discutere le nostre proposte per far tornare a crescere la Grecia, spiegare perche` queste sono nell'interesse dell'Europa, e rivelare le linee rosse che la logica e il dovere ci impediscone di oltrepassare.

La grande differenza tra questo governo e i precedenti governi greci e` duplice: siamo intenzionati a scontrarci contro potenti interessi personali per far ripartire la Grecia e guadagnarci la fiducia dei nostri partner. Siamo anche intenzionati a non essere trattati come una "colonia del debito" che deve soffrire quello che si merita. Il principio della maggiore austerita` per l'economia maggiormente depressa sarebbe bizzarro se non causasse tanta sofferenza non necessaria.

Spesso mi viene chiesto: cosa succederebbe se l'unico modo per assicurarsi finanziamenti fosse superare le linee rosse e accettare misure che considerate parte del problema invece che della sua soluzione? Fedele al principio che non ho il diritto di bluffare, la mia risposta e`: le linee che abbiamo presentato come rosse non verranno attraversate, altrimenti non sarebbero veramente rosse ma solumente un bluff.

Ma se questo portasse tanta sofferenza alla vostra gente? Mi viene chiesto. Sicuramente state bluffando.

Il problema di questa linea di ragionamento e` che presume, insieme alla teoria dei giochi, che viviamo in una tirannia delle conseguenze. Che non ci sono circostanze in cui si debba fare cio` che e` giusto non come una strategia ma semplicemente perche` e`... giusto.

Il nuovo governo greco innovera` contro tale cinismo. Rinunceremo, qualunque siano le conseguenze, ad accordi che siano sbagliati per la Grecia e sbagliati per l'Europa. Il gioco dell'"extend and pretend" [prolungare le scadenze e fare finta che tutto e` come prima], che inizio` quando nel 2010 il debito pubblico della Grecia divenne inservibile, finira`. Niente piu` prestiti, non finche` non avremo un piano credibile per far crescere l'economia ed essere in grado di ripagare questi debiti, non finche` non aiuteremo la classe media a rimettersi in piedi e non finche` non affrontaremo l'odiosa crisi umanitaria in corso. Niente piu` programmi di "riforma" che bersagliano i poveri pensionati e i negozi a gestione familiare lasciando intoccata la corruzione su larga scala.

Il nostro governo non sta chiedendo ai nostri partner una via d'uscita che ci permetta di non ripagare i nostri debiti. Stiamo chiedendo alcuni mesi di stabilita` finanziaria che ci permetta di imbarcarci nel proposito di riforme che un'ampia popolazione greca puo` fare proprie e supportare, cosi` possiamo riportare la crescita e terminare la nostra incapacita` di pagare i nostri debiti.

Qualcuno potrebbe pensare che questa ritirata dalla teoria dei giochi sia motivata da qualche agenda da sinistra radicale. Per niente: qua il l'influenza principale e` Immanuel Kant, il filosofo tedesco che ci insegno` che la persona razionale e libera fugge dall'impero dell'espediente facendo cio` che e` giusto.

Come sappiamo che la nostra modesta agenda politica, che costituisce la nostra linea rossa, e` giusta in termini kantiani? Lo sappiamo guardando negli occhi dell'affamato nelle strade delle nostre citta`, o contemplando la nostra classe media sotto tensione, o considerando gli interessi della gente che lavora duro in ogni villaggio e citta` europea all'interno della nostra unione monetaria. Dopo tutto, l'Europa riguadagnera` la sua anima quando riguadagnera` la fiducia della gente attribuendo al loro interesse un ruolo centrale.

09/02/15

Lettera aperta ai cittadini tedeschi, di Alexis Tsipras

Alexis Tsipras firma la carica presidenziale
Credits: Aris Messinis, AFP

Il neo primo ministro greco Alexis Tsipras, il 13 gennaio, ovvero circa due settimane prima delle elezioni che lo avrebbero portato alla guida del paese, ha scritto una "Lettera aperta ai cittadini tedeschi", pubblicata sull'Handelsblatt, un importante periodico economico tedesco di impostazione liberale e con una tiratura di circa 200.000 copie. Questo abbastanza sorprendentemente si sottrae in qualche modo al suo ruolo giornalistico e alla possibilita` di essere luogo di dibattito pubblico, chiedento 0,49 Euro per la visualizzazione online dell'articolo. E` comunque possibile reperirla altrove, e si trovano anche versioni in inglese, francese, spagnolo, ma tuttora al meglio delle mie conoscenze non in italiano.
Vado quindi a pubblicare qui una traduzione. Oltre che essere stato un interessante esercizio di interpolazione se non di mediazione linguistica, mi sembra uno strumento molto utile per comprendere qualcosa di quello che sta succedendo al fondo del Mediterraneo, e con conseguenze per l'Europa tutta. Serve per andare oltre alla rappresentazione mediatica che ne viene prevalentemente fatta, come minimo superficiale, semplicistica, accomodante, quando non denigratoria, ai limiti del grottesco, se non deliberatamnete in cattiva fede, tesa a rendere indiscutibile e ineluttabile una formulazione puramente ultra-liberale della crisi e idem un approccio alla sua supposta soluzione. Come a permettersi di dimenticarsi che dietro c'e` una classe politica sicuramete impreparata, mai rinnovatasi dopo una dittatura finita troppo tardi, una oligarchia corrotta in fuga dalle sue responsabilita`, dei soccorritori internazionali con una visione parziale e miope, e soprattutto una popolazione che ne sta soffrendo pesantemente le conseguenze.
E` uno scritto molto lucido, pulito, chiaro, dritto al punto anche se sufficientemente articolato, sicuramente non emotivo, ma incline ad un ragionamento pacato, in linea con le aspettative almeno formali di chi l'avrebbe letto, non un discorso da campagna elettorale ma con l'obiettivo di legittimarsi tra i leader europei.


Cari lettori di Handelsblatt,

So a priori che la maggior parte di voi avra` probabilmente un'opinione gia` formata sul contenuto di questa lettera. Io vi invito, comunque, a leggerla senza pregiudizi. I pregiudizi non sono mai stati buoni consiglieri, e ancora meno in un momento dove la crisi economica li rinforza, alimentando l'intoleranza, il nazionalismo, l'oscurantismo, e perfino la violenza.

Con questa lettera aperta vorrei esporvi un punto di vista diverso di quello che vi e` stato raccontato al riguardo della Grecia a partire dal 2010 fino ad oggi. E ci tengo sopratutto ad esporre con franchezza i progetti e gli obietivi del mio partito SYRIZA, che dopo il 26 gennaio potrebbe essere chiamato a formare il governo greco.

Nel 2010, lo Stato greco ha cessato di essere nella condizione di ripagare il suo debito. Sfortunatamente, i dirigenti europei hanno deciso di fare credere che questo problema si potesse superare attraverso la concessione del piu` grande prestito mai consentito ad uno stato, alla condizione che si sarebbero applicate certe politiche di riforme finanziarie strutturali. Sebbene queste, con certezza matematica, non potessero che diminuire le entrate nazionali destinate al ripagamento dei nuovi e vecchi prestiti. Un problema di fallimento e` stato allora trattato come se fosse un problema di liquidita`. In altri termini, l'attitudine adottata era quella del cattivo banchiere che, invece di riconoscere che il prestito accordato con la societa` in fallimento e` insostenibile, gli concede dei prestiti supplementari, con la pretesa che i vecchi debiti vengano comunque pagati, prolungando cosi il fallimento perpetuamente.

Si trattava pero` di una questione di buon senso il vedere che l'applicazione della dottrina "extend and pretend" [prolungare le scadenze e fare finta che tutto e` come prima] al mio paese lo avrebbe gettato in una tragedia. Che invece di stabilizzare la Grecia, l'applicazione di questo dogma avrebbe installato una crisi auto-alimentantesi che avrebbe minato le fondamenta dell'Unione Europea.

Il nostro partito, e me stesso, ci siamo opposti all'accordo di prestito del maggio 2010, non perche` la Germania e i nostri altri partner non ci avessero dato abbastanza soldi, ma perche` ce ne avevano dati molti di piu` di quanto ne avessimo bisogno e ne potessimo accettare. Dei soldi che tra l'altro non potevano ne` aiutare il popolo greco, visto che sparivano immediatamente nel pozzo senza fondo del debito, ne` arrestare il suo appesantimento continuo, obbligando i nostri partner a prolungare questo fardello indefinitamente alle spalle dei citadini.

E questa innegabile verita` era nota al governo tedesco, pero` rimase inespressa.

Di fatto, gia` dal 2011, trascorso meno di un anno, le nostre previsioni si sono verificate. La concatenazione dei nuovi prestiti e le riduzioni drastiche della spesa pubblica non solo non sono risusciti a mantenere sotto controllo il debito, ma hanno anche punito i citadini piu`' deboli, trasformandoli da persone ordinarie con un lavoro ed un tetto in disoccupati senza casa che hanno perso tutto, incluso la loro dignita`.

L'ingente perdita di entrate ha portato al fallimento di migliaia di imprese, aumentando il potere oligopolistico di quelle che sono sopravissute. Di conseguenza, i prezzi diminuivano di meno che le entrate, mentre i debiti, sia pubblici che privati non cessavano di appesantirsi. In questo contesto, dove il deficit di speranza ha sorpassato tutti gli altri deficit, "l'uovo di serpente" del fascismo non ci ha messo molto a schiudersi e i neo-nazisti hanno cominciato a pattugliare i quartieri seminando l'odio e la violenza.

Malgrado la manifesta disfatta, la logica di "extend and pretend" continua ad applicarsi sistematicamente ancora oggi. Il secondo accordo di prestito del 2012 ha aggiunto un carico supplementare sulle spalle indebolite dello stato greco, riducendo i fondi di pensione, dando un nuovo slancio alla recessione, finanziando anche una nuova cleptocrazia con i soldi dei nostri partner.

Gli osservatori hanno parlato recentemente a proposito del mio paese di stabilita` e anche di crescita per "provare" che le politiche applicate sono state efficaci. Questa "realta`" virtuale non regge ad alcuna analisi seria. L'aumento recente del 0,7% del PIL reale (ovvero corretto dalla deflazione) non segna la fine della recessione ma la sua continuazione, visto che e` stato realizzato in un periodo di inflazione del -1,8% (ossia deflazione), che significa che il PIL nominale (calcolato in euro) ha continuato a scendere. Semplicemente dimisnuisce di meno che la media dei prezzi, mentre i debiti aumentano.

Questo misero tentativo di assemblare una nuova versione delle "statistiche greche", per dimostrare che l'applicazione della politica della troika in Grecia e` efficace, e` oltragioso per tutti gli europei che hanno il diritto di conoscere la verita'.

E la verita` e` che il debito pubblico greco non puo` essere onorato mentre l'economia delle persone e` sottoposta ad un continuo affogamento fiscale.

Inoltre, perseverare in queste politiche misantrope nel rifiuto di riconoscere una semplice questione di aritmetica, costa quotidianamete al contribuente tedesco, e al tempo stesso condanna una orgogliosa nazione europea all'assenza di dignita'. E l'aspetto peggiore e` che i greci si ritorcono contro i tedeschi, i tedeschi contro i greci, e l'idea di una Europa unita e democratica viene danneggiata profondamente.

La Germania, e in particolare il contribuente tedesco che lavora duramente, non ha niente da temere da un governo SYRIZA. Al contrario. Il nostro obiettivo non e` entrare in conflitto con i nostri partner. Il nostro obiettivo non e` ottenere dei prestiti supplementari o carta biancha per nuovi deficit. Il nostro obiettivo e` la stabilita` economica, dei bilanci primari equilibrati e, ovviamente, l'interruzione delle emorragie fiscali operate sui contribuenti da quattro anni per un accordo di prestito inadeguato tanto per la Grecia quanto per la Germania. Noi esigeremo la fine dell'applicazione del dogma "extend and pretend" non contro il popolo tedesco ma a beneficio di tutti.

Io so, cari lettori, che dietro le domande di una "stretta applicazione degli accordi" si nasconde la paura che "i greci, se li si lasciasse, potrebbero continuare a fare come hanno fatto fino ad adesso". Io comprendo questa inquietudine. Pero` vorrei mettere in chiaro che non e` stato il mio partito SYRIZA ad ereggere questo sistema di corruzione, arrichimento personale e favoritismi, ma invece quel partito che insiste nel rispetto degli accordi ed il proseguimento del programma di riforme; chiaramente solo quando i suoi privilegi non venivano toccati. Questo e` stato il caso negli ultimi quattro anni di governo Samaras. Noi abbiamo dichiarato guerra a questo sistema cleptocratico con il fine di promuovere delle riforme radicali ad un levello di funzionamiento dello stato, stabilendo la trasparenza nell'amministrazione pubblica, la meritocrazia, la giustizia fiscale, la lotta contro il riciclaggio di denaro. Sono queste riforme che sottomettiamo all'approvazione dei nostri citadini alle prossime elezioni.

Il nostro obietivo e` la messa in atto di un nuovo patto per l'insieme della zona Euro che permettera` tanto ai greci come all'insieme dei popoli europei di respirare, di liberare la produttivita`, di vivere con dignita`. Con la ripristinazione di un peso sulle spalle sostenibile e una via fuori dalla recessione. Attraverso il finanziamento pubblico della crescita, invece dell'austerita` condannata al fallimento, che non fa che reciclare la recessione. Rinforzando la coessione sociale, la solidarieta` e la democrazia.

Il 25 di gennaio in Grecia sorge una nuova opportunita` per l'Europa. Non lasciamo che venga persa.

29/01/15

Radikal


   From the Oxford English Dictionary:
Radical:
A adj. Of or relating to a root or to roots
1 a. Of, belonging to, or from a root or roots; fundamental to or inherent in the natural processes of life, vital
.....
   b. Of a quality, attribute, or feature: inherent in the nature or essence of a person or thing; fundamental.
.....  





   From "Die Zeit" of 29th January 2015:
The European reactions to the Greek elections show that what is growing together does not belong together. Tsipras' victory was celebrated by the French right radical Marine Le Pen and by the German party "Die Linke", by the Europe enemies Ukip and the left party Sinn Féin in Ireland, by the
right separatist Lega Nord from Italy and by the French ex-communist Jean-Luc Mélénchon, among others.  
Obviously it arizes here in front of the European Establishment's eyes an "International of the Against", that not only trespasses without effort the borders between singular countries but also the one between right and left . The program of this right-left movement is the following: against Brussels, against The U.S.A., against Israel, against the N.A.T.O., against the so-called mainstream media, against any military intervention, against austerity, against globalization. And for: Putin.
The only manifest difference that complicates an association between the left radicals and the right radicals is Islam.


   From the Open letter to German Citizens by Alexis Tsipras, published on the Handelsblatt, an economical newspaper, on 13th Januar 2015:
Greece's debt is currently unsustainable and will never be serviced, especially while Greece is being subjected to continuous fiscal waterboarding. The insistence in these dead-end policies, and in the denial of simple arithmetic, costs the German taxpayer dearly while, at once, condemning to a proud European nation to permanent indignity. What is even worse: In this manner, before long the Germans turn against the Greeks, the Greeks against the Germans and, unsurprisingly, the European Ideal suffers catastrophic losses.
....Our task is not to confront our partners. It is not to secure larger loans or, equivalently, the right to higher deficits. Our target is, rather, the country's stabilization, balanced budgets and, of course, the end of the grand squeeze of the weaker Greek taxpayers in the context of a loan agreement that is simply unenforceable. We are committed to end 'extend and pretend' logic not against German citizens but with a view to the mutual advantages for all Europeans.


   Mrs. Katsulis phoning and speaking to politicians and journalists in a Greek political talk show on 14th January 2015:
Did you have to sleep without having dinner, Mr. Jatsidakis? Did you feel the banks thread of taking your hause away, that you built over the years? Did you sleep on a frozen mattress? What did you do to help all these people? I would like an answer. I have voted for Nea Demokratia for years and now I'm going to vote for Alexis Tsipras. Not because Alexis Tsipras would bring me to heaven. I trust on the purity of its words and its clean look. I don't trust that other ridiculous, evil and trickster. You lean your heads down, don't you? You have nothing to say, do you? I am a widow, I have a son that is studying and you give me a 360 Euros pension. And you want me to live on that. Give me an answer please! I am not the only one, we are a lot of Greek women that sleep in frozen houses and that have nothing to eat for dinner. Did I make my point clear, Mr. Jatsidakis? This is a cry of pain. If you want to know what the word of God says: "When pityful leaders command, then are people blessed. When the impure have the power, people suffer".