12/03/15

Yanis Varoufakis scrive al New York Times che non c'e` spazio per giochi in Europa

In collaborazione con     www.paula-perez.blogspot.com
Yanis Varoufakis parla nel parlamento greco
Credits: die Welt


Sicuramente ha dei modi fuori dalle righe. C'e` chi afferma che questo crei imbarazzi, non solo tra le diplomazie internazionali, ma anche presso i propri colleghi nel partito Syriza. Nonostante cio`, il nuovo ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis e` sicuramente una figura di spicco ed estremamente stimolante.

Ha una formazione da matematico, in particolare si e` dedicato allo studio della "Teoria dei Giochi". E` un economista che ha viaggiato il mondo, e si e` sempre trovato a lavorare in ambienti accademici e politici troppo neo-liberalisti per la sua sensibilita`. Arriva a definirsi a volte un "marxista erratico". Al punto di riferimento dell'"ortodossia comunista" riconosce un grande merito ed un grande torto. Il grande merito sarebbe di aver identificato nel lavoro una variabile economica qualitativamente diversa da tutte le altre, in quanto portatrice di valori umani. Pero`, proprio il suo intenso desiderio di fornire una base scientifica alle aspirazioni della classe proletaria, lo avrebbe portato ad un grande torto: Il non aver mai riconosciuto che non puo` esistere una formulazione consistente di un modello econonomico che comprenda sia il valore che il profitto come variabili. Tra i suoi riferimenti culturali ci sono oltre a John Von Neumann, anche The Matrix, Star Treck, e perfino Immanuel Kant. Cura un blog dal nome "Thoughts for a post 2008 world" [Pensieri per un mondo dopo il 2008]. I suoi post rivelano come, al di la` della sua preparazione, abbia dedicato tempo a ragionare su vari aspetti della crisi economica e sociale in corso. Oltre a questo, ha sempre mostrato di essere realmente dedito ed interessato al futuro del suo paese e dell'Europa tutta.

Vado qui a proporre una traduzione in italiano di una lettera che ha scritto al New York Times e qui pubblicata il 16/02/2015, mentre erano in corso i colloqui con i partner europei. In questi negoziati la Grecia ha infine ottenuto un rinvio dei termini della restituzione dei debiti e la ridiscussione di alcune clausole che gli permettano un minimo di margine di manovra. Queste erano considerate dal nuovo governo greco precondizioni perche` possa organizzare il suo piano di stabilizzazione del bilancio, rilancio della piccola economia e miglioramento della drammatica situazione sociale. Oltre a questi propositi, emergono chiaramente da questa lettera interessanti tratti della sua personalita`.


Non c'e` tempo per giochi in Europa, di Yanis Varoufakis, ministro delle finanze greco

New York Times 16/02/2015


Sto scrivendo questo pezzo a margini di cruciali negoziati con i creditori del mio paese, negoziati i cui risultati potrebbero segnare una generazione, e potrebbero costituire un ponto di svolta per spiegare la natura dell'esperimento dell'Europa con l'unione monetaria.

I matematici che studiano la "Teoria dei Giochi" analizzano le contrattazioni come fossero tra giocatori egoisti che si devono dividere una torta. Siccome spesi molti anni durante la mia vita di accademico dedito alla ricerca in teoria dei giochi, alcuni commentatori si sono affrettati a presumere che come ministro dell'economia greco mi sarei dedicato ad ideare bluff, stratagemmi e opzioni alternative, combattendo per ottenere il piu` possibile da una "mano debole".

Niente potrebbe essere piu` lontano dalla realta`.

Se di qualcosa, la mia formazione in teoria dei giochi mi ha convinto che sarebbe pura follia pensare alle discussioni tra la Grecia e i nostri partner come un gioco di mercanteggiamento da vincere o perdere attraverso finte e sotterfugi tattici.

Il problema della teoria dei giochi, come ero solito dire ai miei studenti, e` che da` per scontati gli obiettivi dei partecipanti. Nel poker o nel blackjack questa assunzione non e` problematica. Ma nelle attuali discussioni tra i nostri partener europei e il nuovo governo greco, l'intera questione e` forgiare nuovi obiettivi. E` dare forma ad un nuovo atteggiamento mentale che trascenda le divisioni nazionali, dissolva la distinzione creditore-debitore in favore di una prospettiva pan-europea, e collochi il bene comune europeo al di sopra della politica meschina, di dogmi che risultano tossici se universalizzati e di un approccio "noi contro di loro".

Come ministro delle finanze di una nazione piccola, stressata fiscalmente, priva di una banca centrale e vista da molti dei nostri partner come un problematico debitore, sono convinto che abbiamo solo un'opzione: evitare ogni tentazione di sperimentare con le strategie in questo momento cruciale, e invece presentare onestamente i fatti sull'economia sociale greca, discutere le nostre proposte per far tornare a crescere la Grecia, spiegare perche` queste sono nell'interesse dell'Europa, e rivelare le linee rosse che la logica e il dovere ci impediscone di oltrepassare.

La grande differenza tra questo governo e i precedenti governi greci e` duplice: siamo intenzionati a scontrarci contro potenti interessi personali per far ripartire la Grecia e guadagnarci la fiducia dei nostri partner. Siamo anche intenzionati a non essere trattati come una "colonia del debito" che deve soffrire quello che si merita. Il principio della maggiore austerita` per l'economia maggiormente depressa sarebbe bizzarro se non causasse tanta sofferenza non necessaria.

Spesso mi viene chiesto: cosa succederebbe se l'unico modo per assicurarsi finanziamenti fosse superare le linee rosse e accettare misure che considerate parte del problema invece che della sua soluzione? Fedele al principio che non ho il diritto di bluffare, la mia risposta e`: le linee che abbiamo presentato come rosse non verranno attraversate, altrimenti non sarebbero veramente rosse ma solumente un bluff.

Ma se questo portasse tanta sofferenza alla vostra gente? Mi viene chiesto. Sicuramente state bluffando.

Il problema di questa linea di ragionamento e` che presume, insieme alla teoria dei giochi, che viviamo in una tirannia delle conseguenze. Che non ci sono circostanze in cui si debba fare cio` che e` giusto non come una strategia ma semplicemente perche` e`... giusto.

Il nuovo governo greco innovera` contro tale cinismo. Rinunceremo, qualunque siano le conseguenze, ad accordi che siano sbagliati per la Grecia e sbagliati per l'Europa. Il gioco dell'"extend and pretend" [prolungare le scadenze e fare finta che tutto e` come prima], che inizio` quando nel 2010 il debito pubblico della Grecia divenne inservibile, finira`. Niente piu` prestiti, non finche` non avremo un piano credibile per far crescere l'economia ed essere in grado di ripagare questi debiti, non finche` non aiuteremo la classe media a rimettersi in piedi e non finche` non affrontaremo l'odiosa crisi umanitaria in corso. Niente piu` programmi di "riforma" che bersagliano i poveri pensionati e i negozi a gestione familiare lasciando intoccata la corruzione su larga scala.

Il nostro governo non sta chiedendo ai nostri partner una via d'uscita che ci permetta di non ripagare i nostri debiti. Stiamo chiedendo alcuni mesi di stabilita` finanziaria che ci permetta di imbarcarci nel proposito di riforme che un'ampia popolazione greca puo` fare proprie e supportare, cosi` possiamo riportare la crescita e terminare la nostra incapacita` di pagare i nostri debiti.

Qualcuno potrebbe pensare che questa ritirata dalla teoria dei giochi sia motivata da qualche agenda da sinistra radicale. Per niente: qua il l'influenza principale e` Immanuel Kant, il filosofo tedesco che ci insegno` che la persona razionale e libera fugge dall'impero dell'espediente facendo cio` che e` giusto.

Come sappiamo che la nostra modesta agenda politica, che costituisce la nostra linea rossa, e` giusta in termini kantiani? Lo sappiamo guardando negli occhi dell'affamato nelle strade delle nostre citta`, o contemplando la nostra classe media sotto tensione, o considerando gli interessi della gente che lavora duro in ogni villaggio e citta` europea all'interno della nostra unione monetaria. Dopo tutto, l'Europa riguadagnera` la sua anima quando riguadagnera` la fiducia della gente attribuendo al loro interesse un ruolo centrale.