09/02/15

Lettera aperta ai cittadini tedeschi, di Alexis Tsipras

Alexis Tsipras firma la carica presidenziale
Credits: Aris Messinis, AFP

Il neo primo ministro greco Alexis Tsipras, il 13 gennaio, ovvero circa due settimane prima delle elezioni che lo avrebbero portato alla guida del paese, ha scritto una "Lettera aperta ai cittadini tedeschi", pubblicata sull'Handelsblatt, un importante periodico economico tedesco di impostazione liberale e con una tiratura di circa 200.000 copie. Questo abbastanza sorprendentemente si sottrae in qualche modo al suo ruolo giornalistico e alla possibilita` di essere luogo di dibattito pubblico, chiedento 0,49 Euro per la visualizzazione online dell'articolo. E` comunque possibile reperirla altrove, e si trovano anche versioni in inglese, francese, spagnolo, ma tuttora al meglio delle mie conoscenze non in italiano.
Vado quindi a pubblicare qui una traduzione. Oltre che essere stato un interessante esercizio di interpolazione se non di mediazione linguistica, mi sembra uno strumento molto utile per comprendere qualcosa di quello che sta succedendo al fondo del Mediterraneo, e con conseguenze per l'Europa tutta. Serve per andare oltre alla rappresentazione mediatica che ne viene prevalentemente fatta, come minimo superficiale, semplicistica, accomodante, quando non denigratoria, ai limiti del grottesco, se non deliberatamnete in cattiva fede, tesa a rendere indiscutibile e ineluttabile una formulazione puramente ultra-liberale della crisi e idem un approccio alla sua supposta soluzione. Come a permettersi di dimenticarsi che dietro c'e` una classe politica sicuramete impreparata, mai rinnovatasi dopo una dittatura finita troppo tardi, una oligarchia corrotta in fuga dalle sue responsabilita`, dei soccorritori internazionali con una visione parziale e miope, e soprattutto una popolazione che ne sta soffrendo pesantemente le conseguenze.
E` uno scritto molto lucido, pulito, chiaro, dritto al punto anche se sufficientemente articolato, sicuramente non emotivo, ma incline ad un ragionamento pacato, in linea con le aspettative almeno formali di chi l'avrebbe letto, non un discorso da campagna elettorale ma con l'obiettivo di legittimarsi tra i leader europei.


Cari lettori di Handelsblatt,

So a priori che la maggior parte di voi avra` probabilmente un'opinione gia` formata sul contenuto di questa lettera. Io vi invito, comunque, a leggerla senza pregiudizi. I pregiudizi non sono mai stati buoni consiglieri, e ancora meno in un momento dove la crisi economica li rinforza, alimentando l'intoleranza, il nazionalismo, l'oscurantismo, e perfino la violenza.

Con questa lettera aperta vorrei esporvi un punto di vista diverso di quello che vi e` stato raccontato al riguardo della Grecia a partire dal 2010 fino ad oggi. E ci tengo sopratutto ad esporre con franchezza i progetti e gli obietivi del mio partito SYRIZA, che dopo il 26 gennaio potrebbe essere chiamato a formare il governo greco.

Nel 2010, lo Stato greco ha cessato di essere nella condizione di ripagare il suo debito. Sfortunatamente, i dirigenti europei hanno deciso di fare credere che questo problema si potesse superare attraverso la concessione del piu` grande prestito mai consentito ad uno stato, alla condizione che si sarebbero applicate certe politiche di riforme finanziarie strutturali. Sebbene queste, con certezza matematica, non potessero che diminuire le entrate nazionali destinate al ripagamento dei nuovi e vecchi prestiti. Un problema di fallimento e` stato allora trattato come se fosse un problema di liquidita`. In altri termini, l'attitudine adottata era quella del cattivo banchiere che, invece di riconoscere che il prestito accordato con la societa` in fallimento e` insostenibile, gli concede dei prestiti supplementari, con la pretesa che i vecchi debiti vengano comunque pagati, prolungando cosi il fallimento perpetuamente.

Si trattava pero` di una questione di buon senso il vedere che l'applicazione della dottrina "extend and pretend" [prolungare le scadenze e fare finta che tutto e` come prima] al mio paese lo avrebbe gettato in una tragedia. Che invece di stabilizzare la Grecia, l'applicazione di questo dogma avrebbe installato una crisi auto-alimentantesi che avrebbe minato le fondamenta dell'Unione Europea.

Il nostro partito, e me stesso, ci siamo opposti all'accordo di prestito del maggio 2010, non perche` la Germania e i nostri altri partner non ci avessero dato abbastanza soldi, ma perche` ce ne avevano dati molti di piu` di quanto ne avessimo bisogno e ne potessimo accettare. Dei soldi che tra l'altro non potevano ne` aiutare il popolo greco, visto che sparivano immediatamente nel pozzo senza fondo del debito, ne` arrestare il suo appesantimento continuo, obbligando i nostri partner a prolungare questo fardello indefinitamente alle spalle dei citadini.

E questa innegabile verita` era nota al governo tedesco, pero` rimase inespressa.

Di fatto, gia` dal 2011, trascorso meno di un anno, le nostre previsioni si sono verificate. La concatenazione dei nuovi prestiti e le riduzioni drastiche della spesa pubblica non solo non sono risusciti a mantenere sotto controllo il debito, ma hanno anche punito i citadini piu`' deboli, trasformandoli da persone ordinarie con un lavoro ed un tetto in disoccupati senza casa che hanno perso tutto, incluso la loro dignita`.

L'ingente perdita di entrate ha portato al fallimento di migliaia di imprese, aumentando il potere oligopolistico di quelle che sono sopravissute. Di conseguenza, i prezzi diminuivano di meno che le entrate, mentre i debiti, sia pubblici che privati non cessavano di appesantirsi. In questo contesto, dove il deficit di speranza ha sorpassato tutti gli altri deficit, "l'uovo di serpente" del fascismo non ci ha messo molto a schiudersi e i neo-nazisti hanno cominciato a pattugliare i quartieri seminando l'odio e la violenza.

Malgrado la manifesta disfatta, la logica di "extend and pretend" continua ad applicarsi sistematicamente ancora oggi. Il secondo accordo di prestito del 2012 ha aggiunto un carico supplementare sulle spalle indebolite dello stato greco, riducendo i fondi di pensione, dando un nuovo slancio alla recessione, finanziando anche una nuova cleptocrazia con i soldi dei nostri partner.

Gli osservatori hanno parlato recentemente a proposito del mio paese di stabilita` e anche di crescita per "provare" che le politiche applicate sono state efficaci. Questa "realta`" virtuale non regge ad alcuna analisi seria. L'aumento recente del 0,7% del PIL reale (ovvero corretto dalla deflazione) non segna la fine della recessione ma la sua continuazione, visto che e` stato realizzato in un periodo di inflazione del -1,8% (ossia deflazione), che significa che il PIL nominale (calcolato in euro) ha continuato a scendere. Semplicemente dimisnuisce di meno che la media dei prezzi, mentre i debiti aumentano.

Questo misero tentativo di assemblare una nuova versione delle "statistiche greche", per dimostrare che l'applicazione della politica della troika in Grecia e` efficace, e` oltragioso per tutti gli europei che hanno il diritto di conoscere la verita'.

E la verita` e` che il debito pubblico greco non puo` essere onorato mentre l'economia delle persone e` sottoposta ad un continuo affogamento fiscale.

Inoltre, perseverare in queste politiche misantrope nel rifiuto di riconoscere una semplice questione di aritmetica, costa quotidianamete al contribuente tedesco, e al tempo stesso condanna una orgogliosa nazione europea all'assenza di dignita'. E l'aspetto peggiore e` che i greci si ritorcono contro i tedeschi, i tedeschi contro i greci, e l'idea di una Europa unita e democratica viene danneggiata profondamente.

La Germania, e in particolare il contribuente tedesco che lavora duramente, non ha niente da temere da un governo SYRIZA. Al contrario. Il nostro obiettivo non e` entrare in conflitto con i nostri partner. Il nostro obiettivo non e` ottenere dei prestiti supplementari o carta biancha per nuovi deficit. Il nostro obiettivo e` la stabilita` economica, dei bilanci primari equilibrati e, ovviamente, l'interruzione delle emorragie fiscali operate sui contribuenti da quattro anni per un accordo di prestito inadeguato tanto per la Grecia quanto per la Germania. Noi esigeremo la fine dell'applicazione del dogma "extend and pretend" non contro il popolo tedesco ma a beneficio di tutti.

Io so, cari lettori, che dietro le domande di una "stretta applicazione degli accordi" si nasconde la paura che "i greci, se li si lasciasse, potrebbero continuare a fare come hanno fatto fino ad adesso". Io comprendo questa inquietudine. Pero` vorrei mettere in chiaro che non e` stato il mio partito SYRIZA ad ereggere questo sistema di corruzione, arrichimento personale e favoritismi, ma invece quel partito che insiste nel rispetto degli accordi ed il proseguimento del programma di riforme; chiaramente solo quando i suoi privilegi non venivano toccati. Questo e` stato il caso negli ultimi quattro anni di governo Samaras. Noi abbiamo dichiarato guerra a questo sistema cleptocratico con il fine di promuovere delle riforme radicali ad un levello di funzionamiento dello stato, stabilendo la trasparenza nell'amministrazione pubblica, la meritocrazia, la giustizia fiscale, la lotta contro il riciclaggio di denaro. Sono queste riforme che sottomettiamo all'approvazione dei nostri citadini alle prossime elezioni.

Il nostro obietivo e` la messa in atto di un nuovo patto per l'insieme della zona Euro che permettera` tanto ai greci come all'insieme dei popoli europei di respirare, di liberare la produttivita`, di vivere con dignita`. Con la ripristinazione di un peso sulle spalle sostenibile e una via fuori dalla recessione. Attraverso il finanziamento pubblico della crescita, invece dell'austerita` condannata al fallimento, che non fa che reciclare la recessione. Rinforzando la coessione sociale, la solidarieta` e la democrazia.

Il 25 di gennaio in Grecia sorge una nuova opportunita` per l'Europa. Non lasciamo che venga persa.